IL CASO DI ARMINE HARUTYUNYAN

I MODELLI CHE SFIDANO I CANONI DI BELLEZZA

Armine Harutyunyan è la modella armena di 23 anni voluta da Alessandro Michele per rappresentare il marchio Gucci. È stata molto attaccata per il suo aspetto in quanto ritenuta “brutta”, soprattutto per il suo naso pronunciato e sopracciglia folte, e di conseguenza il marchio è stato criticato per la scelta.

La bellezza nella moda ha iniziato a cambiare negli ultimi decenni ed il concetto di bellezza è stato uno degli argomenti più dibattuti. Esso è cambiato a seconda del periodo storico, dei costumi e degli ideali nel mondo della moda, quindi si può affermare che la bellezza è un concetto relativo. Tra le protagoniste delle passerelle e campagne pubblicitarie, infatti, troviamo sempre più volti lontani dai modelli di perfezione a cui gran parte della pubblicità e i social media ci hanno abituato.

La modella armena Armine Harutyunyan ha sfilato per Gucci durante la Paris Fashion Week a settembre del 2019 per la collezione Primavera/Estate 2020 di Gucci, indossando una tunica bianca molto simile a quelle di un carcerato, facendo passare il messaggio che siamo vittime e prigionieri di concetti, canoni e idee che in realtà dovrebbero essere fluidi e in movimento.

La giovane non è l’unica ad aver sfidato negli ultimi anni gli standard estetici che non si allineano ad una sola e rigorosa idea di bellezza, possiamo infatti ricordare Lily Cole, modella e attrice protagonista di alcuni degli scatti di moda e delle passerelle più iconiche degli ultimi decenni. Il modello albino Shaunn Ross con la sua fisionomia atipica ha conquistato brand come Givenchy e Alexander McQueen. Infine possiamo citare la top model Winnie Harlow, la prima affetta da vitiligine ad avere grande successo sulle passerelle.

Alcuni sostengono che Gucci abbia scelto la modella Armine solo per strategie di marketing con la sola finalità di far parlare del marchio, altri invece fanno notare che Gucci ha intrapreso una posizione differente già dal 2015, cioè da quando Alessandro Michele è diventato direttore creativo del marchio. Alessandro Michele, infatti, partecipa attivamente alla rivoluzione che sta scuotendo le fondamenta del mondo della moda, con l’intenzione di abbracciarne e alimentarne gli spostamenti culturali. Alessandro Michele sostiene che la vera bellezza è l’imperfezione e ce lo ha ricordato anche con la prima collezione Gucci Make-up. Tra le protagoniste degli scatti c’era anche Ellie Goldstein, la modella con la sindrome di Down le cui foto hanno fatto il giro del mondo.

Mentre in precedenza le indossatrici erano quasi tutte sconosciute, verso la fine degli anni Ottanta gli stilisti iniziarono a rappresentare sempre di più uno status symbol, cioè cominciarono a scegliere modelle sempre più riconoscibili legandole al proprio marchio. Il  tradizionale rapporto tra modella e vestito, rappresentato dal fatto che l’indossatrice dovesse scomparire dietro l’abito in quanto manichino, si ribaltò portando la modella ad essere la vera protagonista delle sfilate. Da questa premessa è quindi evidente che nella scelta di Armine Harutyunyan come modella da parte di Gucci ci sia una qualche finalità politica a favore del body positivity.

Possiamo, infine, affermare che l’immaginario della moda non nasce per compiacere uno sguardo, ben che meno quello maschile. Nell’alta moda lo sguardo maschile, che condiziona molte delle produzioni artistiche, è praticamente assente, come se ogni collezione riproponesse un nuovo rapporto tra la donna e la sua stessa immagine, dove lo sguardo maschile non può portare a nessun cambiamento significativo. Ad oggi la bellezza canonica è forse l’ultima delle caratteristiche richieste per accedere al mercato della moda.

 “Ci sono tanti modi diversi di essere belli: consiglio di concentrarsi su di sé, su chi si è e su cosa si ama davvero. È meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiteranno”

Armine Harutyunyan